Omaggio ad Andre’ Heller, artista innamorato di Gardone Riviera sul Lago di Garda.

Hotel Villa Florida ripropone uno scritto dell’artista Heller che coglie l’anima di Gardone Riviera, sul Lago di Garda.

“A Gardone Riviera molti accenti ricordano gli spazi e i paesaggi dei film di Luchino Visconti. Sono sguardi e visioni di un passato in cui le donne portavano ancora artistici cappelli con veletta e negli spogliatoi le cameriere porgevano loro i guanti di raso aprendo i guardaroba che profumavano di lavanda. Una località incantata, in cui prevalgono caratteri di lentezza e indolenza, come se il tempo si fosse fermato in questo primo vero frammento di un Sud che accoglie il turista proveniente da Riva attraverso le innumerevoli gallerie della Gardesana Occidentale. Una passeggiata le cui fondamenta sono state costruite nel mare, abitata da alti oleandri e aranci. Qui si trovano caffé con sale da biliardo. Chi passeggia lungo la riva, vede in lontananza le vette del Monte Baldo, spesso innevate fino a maggio inoltrato, come ultimo bastione delle Alpi, e poco più in là, in mezzo al frastuono delle onde, l’estesa isola dei cipressi che San Francesco elesse a rifugio agli inizi del suo cammino.

Gardone Riviera è costituita da due parti: il gruppo di case sull’acqua e l’altro collocato sul dolce pendio vicino alla chiesa. La gente del posto le definisce infatti Gardone di Sopra e Gardone di Sotto. Gardone di Sotto è la parte elegante: il Grand Hotel, a cui Stefan Zweig, con la sua novella «Untergang eines Herzens», conferì immortalità letteraria, il cocktail bar in cui Winston Churchill si riposava dopo aver dipinto, il parco dell’Hotel Savoy che, intorno al 1900, tutte le sere offriva ai nobili ospiti provenienti da Russia, Svezia e da altre zone “da brivido” un ballo con grande orchestra. Gardone di Sopra è più rustica, sa più di olivi e grappa secca e talvolta, lungo i vicoli intricati, sfilano ancora donne devote in preghiera con una statua della Madonna. Probabilmente i loro nonni hanno lavorato come garzoni per l’ambiguo Gabriele D’Annunzio, la cui lussuosa residenza, vasta nove ettari e addossata a Gardone, è segno di sfarzosa alterigia, celebrativa di vittime di guerra e sacrifici cruenti che non a caso per Mussolini ha avuto tanta importanza e che a me invece ripugna.

Gardone di Sotto e Gardone di Sopra sono collegate da uno spazio carico di magia e sensualità: il Giardino Botanico. Una raccolta floreale a carattere continentale, in cui Africa e Sud America, Asia, Europa e Australia sono intessute le une nelle altre. Edelweiss in mezzo ai prati di orchidee, felci alte un metro accanto a meravigliosi melograni. Ruscelli e cascate, stagni con carpe koi, trote e immagini riflesse del volo delle libellule, colline in pietra dolomitica accanto a cactus e torri ricoperte di edera. Sculture indiane e marocchine in armonia con installazioni di Roy Lichtenstein, Susanne Schmögner, Mimmo Paladino e Keith Haring. Di questo paradiso, che non cessa mai di stupirmi e riempirmi di gioia, faccio parte dal 1988. Il dentista dell’ultimo zar, il dott. Arthuro Hruska, è stato il fondatore di questa fortuna, che ospita anche una villa veneziana, la quale è diventata la mia bellissima casa. Quando guardo da uno dei balconi la maestosità del Lago di Garda o uno dei miei boschetti di bambù, mi è sempre difficile credere che questo parco mi ha voluto come suo custode e alleato, e lo ringrazio, per quanto io possa, con amore.”

 

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